mercoledì 22 agosto 2012

I giovanissimi e le droghe “leggere”



Sono sempre più numerose le regioni italiane che approvano decreti a favore della “Cannabis terapeutica”, il primo passo verso la legalizzazione della marijuana ed il relativo guadagno degli spacciatori in camice bianco. Oggi ospitiamo un breve commento della dottoressa Cecilia Baeli, volontaria nell’area astinenza del centro Narconon “Il Gabbiano” di Torre dell’Orso (LE), che ci parla della sua esperienza. 

Sempre più spesso i mezzi d’informazione riferiscono notizie circa la preoccupante diffusione delle droghe, con particolare risalto all’abbassamento dell’età della prima assunzione.

La società odierna, vede con maggiore frequenza l’accostarsi di molti giovanissimi, di età compresa fra gli 11 e i 14 anni, alle sostanze stupefacenti, con l’entrata in scena della prima canna in un gruppo, nella pre-adolescenza.

Nei mesi, in cui ho fornito il mio aiuto nell’area astinenza del NARCONON "IL GABBIANO" sono state molte le storie in cui, l’esordio della dipendenza è da collocarsi proprio durante questo periodo.

Ma cosa spinge, un giovane di 14 anni, ad avvicinarsi alla droga? 

È questa la domanda che mi sono posta spesso guardando questi ragazzi, ed è quello che ho chiesto a M., quando si è offerto di raccontarmi la sua esperienza che, per 18 anni, lo ha visto protagonista nel tunnel della tossicodipendenza.

Ragazzo come tanti, ha condotto una vita regolare fino all’età adolescenziale, quando le amicizie e l’omologazione ad esse, la voglia di sentirsi grandi, il voler provare qualcosa di nuovo e trasgressivo, lo hanno spinto in uno di  quei “giri” in cui la strada, lo spaccio, il carcere e le varie overdose hanno fatto da padroni, mettendo a repentaglio il futuro del proprio rendimento scolastico, sociale e professionale, ma soprattutto della propria salute.

Secondo alcuni studi, è stato dimostrato che esiste uno stretto legame tra l’età in cui si inizia a consumare regolarmente “spinelli” e la gravità del danno cerebrale. 

Il consumo costante e massiccio di cannabis, inoltre, può compromettere la funzionalità del cervello, soprattutto nell’area della materia bianca, con relativi danni alla memoria e alla capacità di apprendimento.

L’adolescente che fa uso di queste sostanze, quindi, comincia un lento declino verso lo scarso rendimento scolastico, che lo porta inevitabilmente ad un rallentamento nello studio, alla bocciatura e al progressivo abbandono scolastico.

Da questi dati, appare chiaro il motivo per cui la difficoltà maggiore, incontrata in fase di astinenza, come lui stesso mi conferma e come ho avuto modo di constatare, consiste proprio nella localizzazione di oggetti e nell’attenzione data dall’osservazione dei vari elementi circostanti. 

Lo sguardo vago, la scarsa reattività agli stimoli, il disinteresse per ciò che si sta facendo, la difficoltà alla concentrazione e alla memoria, sono solo alcuni degli elementi evidenti durante tali esercizi, ma che attraverso la costanza e la volontà personale di esecuzione, possono senz’altro essere inibiti ed estirpati, come nel caso di M., oggi membro produttivo a sostegno del prossimo.

Cecilia Baeli

Nessun commento: